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sábado, marzo 28, 2015

CARO DIARIO

Nanni Moretti, 1993

VILLAGGIO OLIMPICO



V. Cafiero, A. Libera, A. Luccichenti, V. Monaco, L. Moretti (1957-60), 
quartiere residenziale INCIS Villaggio Olimpico (1957-60), viale Tiziano

Nato per ospitare gli atleti delle Olimpiadi, il Villaggio Olimpico è un complesso unitario di edifici di diverso tipo sparsi tra ample zone verdi, tutti caratterizzati dal piano terreno a pilotis (i pilastri teorizzati da Le Corbusier nel 1927 come uno dei cinque punti della nuova architettura).


GUIDA DI ROMA MODERNA dal 1870 ad oggi
IRENE de GUTTRY
DE LUCA EDIZIONI D'ARTE 1989 pag 92

The site selected for the 1960 Olympics was a strategic location along the ancient Via Flaminia. This area along the flood plain of the Tiber had long been used as a site for sporting events. Previously it had been the Piazza d´Armi for horse events and there was a hippodrome. Is was also easy accessible to Foro Italico across the river to the west where facilities built in the 1930's already existed including a stadium. Planned Olympic facilities included 2 stadiums and housing for the athletes. One stadium was to be used for football, the Stadio Flaminio, 1959, and the other for indoor sports, the Palazzetto dello Sport, 1958. Designed by Pier Luigi Nervi. The apartments were to be used after the games as dwellings for 6500 people. The Olympic Village was a showcase project for Rome in the years following World War II. In addition to the 2 stadiums and 1500 or so dwellings, the Olympic Village is a more-or-less complete community including shopping, schools, and a church.


The site selected for the 1960 Olympic Games was a strategic location along the ancient Via Flaminia as it intersected the curve of the Tiber a couple of kilometers from northern gate of the city. This area along the flood plain of the Tiber had long been used as a site for sporting events. Previously it had been the Piazza d´Armi for horse events and there was a hippodrome at the base of the hill below Villa Gloria. There was a national stadium here in 1911 and the site was also used for tennis and became the soccer field for the Lazio team. In the 1931 and 1950 Il Piano regolatore this area was designated as a public park and as a district of palazzine apartment buildings. This was an obvious effort to preserve the open, landscaped quality of the site. During this period the area became a zone of scattered buildings and open spaces and it was selected as the site for the Olympic Village for the 1960 Olympic Games. The choice of this site for the 1960 Olypmpics was also desirable because of the easy access to Foro Italico across the river to the west where facilities built in the 1930's already existed including an Olympic stadium seating 100,000, the swimming and tennis stadiums and other facilities.


LA GARBATELLA


Un 'albergo suburbano' del 1927 di Innocenzo Sabbatini. 
Piazza Eugenio Biffi 1

GUIDA DI ROMA MODERNA dal 1870 ad oggi
IRENE de GUTTRY
DE LUCA EDIZIONI D'ARTE 1989 pag 69


Arch. Brunetto, scuola E. Battisti, 1930.
Piazza Damiano Sauli 1/3

GUIDA DI ROMA MODERNA dal 1870 ad oggi
IRENE de GUTTRY
DE LUCA EDIZIONI D'ARTE 1989 pag 69



Nuovo nucleo di case dell'ICP del 1930. Largo Giovanni Ansaldo

GUIDA DI ROMA MODERNA dal 1870 ad oggi
IRENE de GUTTRY
DE LUCA EDIZIONI D'ARTE 1989 pag 69






SPINACETO












1981-1985 - F. Battimelli, C. Chiarini, N. Di Cagno, S Latini, I. Melanesi:
edificio polifunzionale.
Viale dei Caduti nella guerra di Liberazione.

GUIDA DI ROMA MODERNA dal 1870 ad oggi
IRENE de GUTTRY
DE LUCA EDIZIONI D'ARTE 1989 pag 108



Quartiere di Spinaceto

L. Barbera, F. Battimelli, N. Di Cagno, D. Di Virgilio Francione, P. Moroni (progetto urbanistico)Via Paolo Renzi, 149, 00128 Roma, Italia, 1964 -1970


Il quartiere di Spinaceto, posto nel quadrante sud-ovest di Roma, è un complesso residenziale costruito in seguito alla legge 167/62 per l’acquisizione di aree destinate ad edilizia economica e popolare. Lo sviluppo morfologico del quartiere è caratterizzato dalla presenza di due serpentoni di edifici in linea che, affiancati dagli assi principali di mobilità del quartiere, si collegano alla Pontina e a Via di Mezzocammino (così chiamata per il fatto che si trovava a metà strada fra Roma e la foce del Tevere) e rappresentano il cuore del quartiere da cui si ramificano le varie vie secondarie. Essi, a tre corsie e lunghi ben due chilometri, sono a senso unico e affiancano gli edifici residenziali, che raggiungono gli otto piani e sono riconoscibili per il trattamento murario a beton brut e le finestre a nastro. Il pianoterra di questi edifici è destinato a zona commerciale e gode di parcheggio pubblico direttamente connesso alle strade principali, mentre i parcheggi degli alloggi sono sotterranei. Il piano terra è composto da negozi di piccolo taglio, tutti con un affaccio sia verso la strada sia verso il retro.




VIGNE NUOVE









Monumento a Pier Paolo Pasolini
de Mario Rosati

con la música del The Köln Concert de Keith Jarret





domingo, enero 04, 2015

HUDSON HAWK

Michael Lehmann, 1991





G. Guerrini, E.B. La Padula, M. Romano,
palazzo della Civiltà Italica, oggi della Civiltà del Lavoro, 1939



Al fondo:
Adalberto Libera, 
 palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, 1937-42

IL NUCLEO ORIGINARIO DELL EUR PER L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL 1942
GUIDA DI ROMA MODERNA dal 1870 ad oggi
IRENE de GUTTRY
DE LUCA EDIZIONI D'ARTE 1989 pag 67



Scuola Pubblica Liceo Scientifico Cannizzaro Stanislao y al fondo,
el INPS Istituto Nazionale Previdenza Sociale

IL PALAZZO
L’edificio sede della Direzione generale dell’Inps nasce su progetto assegnato tra ‘38 e ‘39 all’architetto milanese G.Muzio (1893-1982) con i romani M.Paniconi (1904-1973) e G.Pediconi (1906-1999) in occasione della grande Esposizione Universale dell’E42. Inserito nel grande piano urbanistico che contribuì alla nascita del quartiere dell’Eur, definisce, con il suo classico impianto ad esedra contrapposto alla simmetrica struttura del palazzo dell’Ina, il carattere del primo grande episodio che trasforma operazioni effimere in tangibili e moderne architetture: non più scenografie momentanee o quinte teatrali allestite per il breve tempo di una mostra e poi smantellate, ma solide strutture fondate in cemento e rivestite di marmo. Il palazzo che avrebbe dovuto accogliere la Mostra della Previdenza, costruito grazie all’apporto economico dell’ente, da allora ne ha sempre ospitato gli uffici e questo costituisce un ulteriore elemento di eccezionale importanza che permette di stabilire una continuità storica assoluta tra le istanze della prima architettura originale e le esigenze legate alla sua destinazione d’uso nel dopoguerra quando ai due architetti romani fu richiesto un ampliamento ultimato solo tra ‘57 e ‘67.


vista del conjunto desde Mapas de Apple

Otros enlaces







domingo, octubre 27, 2013

Le Mépris

J.L. Godard, 1963





[...]En el año 1938, el escritor y periodista Curzio Malaparte (1898-1957) pide a Adalberto Libera que realice unos bocetos preliminares para su casa en Punta Massullo, Capri. La casa, a la que el escritor llamó una casa como yo, fue construida siguiendo el proyecto original de Libera, desarrollado posteriormente por Amitrano, un constructor de Capri, y por el propio Malaparte. Apenas utilizada como tal, la casa fue donada a la República Popular de China por Curzio Malaparte, pasando después a ser sede de una fundación que la destinó a albergar exposiciones. Este proyecto fue realizado cuando Libera tenía 35 años y coincidiendo con el Palacio de congresos de Roma, un edificio en el que también se dispone un teatro al aire libre en la cubierta.
Cualquier consideración de la Villa Malaparte ha de partir necesariamente de la importancia de su emplazamiento; excepcionalmente en la arquitectura de Libera, fuera de la ciudad. En lo más alto de un acantilado sobre el Mediterráneo, la casa se levanta mirando hacia el sol, transmitiendo un especial sentimiento de distancia y orientación, mientras acentúa con su presencia la inaccesibilidad de ese lugar excepcional. [...]

La Villa Malaparte hace destacar en el paisaje su potente unidad, tanto tipológica como simbólica, presentándose como una caja cerrada que se proyecta desde la oblicuidad de la gran escalera-graderío hacia el abismo. El edificio, geométricamente complejo, se identifica con su cubierta -teatro al aire libre, plataforma de despegue hacia el sol, fondo de ceremonias rituales, orientada hacia el mar y hacia la tierra- como se identifica también con el trazo preciso de su perfil, como una forma sin volumen. Él la confiere su imagen heroica, de ascenso hacia el triunfo, dejando de lado todo lo demasiado humano -de ahí su ausencia de base- para reencontrar su esencia intemporal. El tiempo aparece detenido, tanto en la casa como en la naturaleza circundante, con formas abismales paralizadas y amenazantes. A pesar de su posición preeminente en el montículo, produce en su interior la sensación de una cueva, la idea más primitiva de vivienda, de lugar subterráneo y casi sumergido, [... ]
La casa sobre la naturaleza
La Villa Malaparte y la Kaufmann House
María Teresa Muñoz
Arquitectura nº 269 Nov-Dic 1987 pags 20-31







Nunca conocí la Casa Malaparte. Quiero decir que nunca estuve en Pizzolungo lo que, a pesar de todo, es un poco diferente. Aún así, ello no es sinónimo de no conocerla. La conozco, claro. Para mí, para muchos, la Malaparte ocupa un lugar primordial de mi Museo Imaginario (¿se acuerdan de Malraux?). Pues bien, precisamente, aquello que más habrá contribuido a que Malaparte ascendiera hasta mi privada iconolatría fue Le Mépris de Godard. No que la película de Godard me hiciera entender la Casa tal como es. Nunca supe dibujar sus interiores (poco importa); nunca entendí siquiera donde está la entrada; y apenas consigo describir las ventanas que enmarcan el mar de Capri (una feliz ingenuidad arquitectónica).
En verdad, el único fragmento de la Casa que perdura en la memora es la terraza. Una terraza (¿color ladrillo?) sin límites que no son los del infinito (¿azul?), donde por detrás de una pequeña y ridícula pared semi-cóncava, el travelling de la cámara de Godard revela (poco a poco) el cuerpo lánguido, desnudo, de Bardot. Y después viene la escena en que Bardot, ya vestida con un albornoz (¿amarillo?) baja paso a paso la magnificencia palaciega (¿palladiana?) de la escalinata que dibuja la forma definitiva por la cual todos reconocemos la Casa.
Este es uno de los momentos más sublimes de la historia. De la historia del cine y, sobre todo, de la historia de la arquitectura. [...]
NOTAS MUY PERSONALES SOBRE EPISODIOS RECIENTES DE LA ARQUITECTURA DE LAS ISLAS
pedro costa
CAMBIO+ENERGÍA+INFORMACIÓN
PALACIOS DE LA DIVERSIÓN - ISLA DE SAN MIGUEL
MEMORIA DE PROYECTOS CURSO 2003/04 UNIDAD Q ETSAM
JUAN HERREROS, director
pgs 92-103








En esta página tratan del espacio interior de la vivienda:
http://issuu.com/interiorsjournal/docs/interiors0212

 INTERIORS 02-2012

Anuncio de UOMO - Ermenegildo Zegna en el que aparece la Casa Malaparte.